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Digital Detox e Digital Wellbeing, hai mai sentito parlare di questi trend sempre più attuali?

Scopriamo insieme come vivere un rapporto sano e sostenibile con il digitale attraverso il Digital Detox, senza farci più sopraffare dalla tecnologia ma, anzi, imparando a dominarla a nostro favore al fine di essere più produttivi, tanto nella gestione della nostra struttura ricettiva quanto nella sua presenza online.

Digital Detox, come lavorare con efficacia nell’era di una rivoluzione digitale sempre più accelerata dal Covid-19

La pandemia ha stravolto il nostro rapporto con la tecnologia tanto nella sfera lavorativa, sempre più incentrata sullo smart working, quanto nella gestione più personale della nostra vita quotidiana.
Facciamo colazione con lo smartphone, tra un sorso di caffè e un biscotto da addentare a ritmo di notifiche, videochiamiamo i nostri amici per la condivisione di uno spritz a distanza, sentiamo i nostri figli interagire con i loro professori in Dad e, anche quando vogliamo praticare sport, con le palestre ancora chiuse, ci lasciamo sempre più guidare dalle tante App disponibili sugli store via web.

É una vera overdose da digitale, eppure di necessità virtù, direbbero alcuni.
Sì, ma a quale prezzo?

Me ne rendo conto io stessa, quando la mattina mi ritrovo ad aspettare il fischio della caffettiera, con quel suo profumo ricco di buonumore e carico di alte aspettative, mentre leggo le prime mail o sfoglio le news feed del mio ultimo cliente.
Il risultato di questa malsana abitudine di iniziare la giornata? In tarda mattinata il mio smartphone è già scarico. Ed io con lui.

Eppure, confrontandomi con Alessio Carciofi, docente in Marketing & Digital Wellbeing, realizzo di non essere l’unica iper-tecnologica, già sopraffatta dal digitale, prima ancora di aver terminato la tazzina di caffè numero uno della mia giornata.
Aprire gli occhi e immergersi nella velocità dei dispositivi tecnologici, 7 giorni su 7, è un rituale che coinvolge oltre il 75% degli italiani: due persone su tre, in sostanza, fanno colazione vis-à-vis con lo smartphone.

Se è vero che la rete e la tecnologia, spesso e volentieri, semplificano la nostra vita personale e professionale, il rovescio della medaglia è che dobbiamo stare attenti alle conseguenze che questo multitasking compulsivo può generare nelle nostre vite in termini di attenzione, lucidità e presenza produttiva.

Spesso ci illudiamo che, facendo più azioni in contemporanea, siamo più efficienti e in asse con il raggiungimento dei nostri obiettivi, senza renderci conto, invece, che per ‘stare sul pezzo’, come si dice gergalmente, servono le giuste pause: altrimenti errori e frustrazioni ci si ritorceranno contro, proprio come un boomerang ad alta velocità.

Digital Detox, la grande sfida: lavorare meno per lavorare meglio?

Può sembrare una contraddizione, eppure per essere più produttivi e raggiungere i risultati prefissati non è necessario fare il pieno di ore.
Anzi, per lavorare con più efficacia non è detto che, paradossalmente, ci voglia la metà del tempo prefissato: l’importante è saperlo gestire, ottimizzando le proprie energie e acquisendo la giusta abilità nel saper bilanciare l’uso della tecnologia con la giusta soglia di attenzione.

social e hospitality libro di giada galbignaniIl concetto di Digital Detox è diventato così importante da ricoprire un posto d’onore nel mio libro Social e hospitality. Scopri la bellezza dell’essere online nel mondo del turismo, edito da Dario Flaccovio Editore e, dallo scorso febbraio, presente nelle migliori librerie come su Amazon.

Un intero capitolo del mio saggio ospita, infatti, un’intensa sezione di pagine a cura di Alessio Carciofi che, con esempi pratici e una visione copernicana sull’urgenza di sviluppare una vera Digital Mindset, ci spiega come migliorare la nostra competenza digitale p6er essere più produttivi sul lavoro.

Ideatore della metodologia Digital Felix, l’unica riconosciuta a livello europeo per combattere le distrazioni digitali, Alessio Carciofi è anche il fondatore della Digital Weelbeing Academy, un corso di 5 settimane dedicato a tutti quei professionisti che hanno deciso di sviluppare una skill che, nei prossimi anni, sarà la più decisiva nel mondo del business a qualsiasi livello e settore: la capacità di saper gestire una relazione sana e sostenibile con il digitale, imparando a dominare il nostro tempo e la nostra attenzione, senza più rischiare di essere travolti da episodi di burnout.

Come spiega Alessio, nella diretta che ci ha visti approfondire la tematica del Digital Detox nel gruppo Facebook Social Media Marketing per Hotel, è sempre più importante imparare a sfidare “la cultura del sempre, comunque e dovunque” e saper rallentare al momento giusto, magari trovando dei sani rituali e delle esperienze ‘free device” che ci permettano di alternare analogico e digitale in un osmosi equilibrata.

Secondo le statistiche, ogni 180 secondi ciascuno di noi è interrotto da un flusso vorticoso di notifiche, telefonate e mail che ci sovrastano, deconcentrandoci e inficiando sulla qualità del nostro lavoro.
Ecco perché è così importante acquisire consapevolezza e, al contempo, realizzare quanto lo stesso mondo dell’hospitality, in questo nuovo scenario acuito dalla pandemia, abbia bisogno di riposizionarsi.
L’imminente rivoluzione del Digital Detox e del Digital Weelbeing, infatti, richiamano il focus sull’urgenza di una maggiore attenzione all’aspetto curativo del viaggio.

Digital Detox e nuove visioni dell’industria del travel, quando il viaggio diventa curativo

Se, nel breve periodo, la gestione delle distrazioni sarà un’abilità sempre più fondamentale, dall’altra il settore del travel dovrà imparare a rispondere ai bisogni di questa nuova realtà famelica di un ‘benessere psicofisico’ sempre più impellente.

Questo significherà, per tutte le strutture ricettive, un ripensamento degli spazi e dei servizi: da una maggiore ricerca del verde a una più alta attenzione a tutte quelle attività come la lettura, la meditazione, l’arte terapia e lo stesso sleep wellness, tanto per fare alcuni piccoli esempi di strategie orientate a un approccio “digital detox”.

Siamo davanti a un cambiamento profondo, il turismo del futuro si prospetta sempre più green, outdoor, di prossimità e attento all’aspetto relazionale e curativo.

Del resto, come ci ricorda Alessio Carciofi, la forma originaria del viaggio è quella del “guarire”.

Forse si sta finalmente realizzando quella profezia auspicata dal sociologo Alain de Botton, che per Alessio è diventata, già da tempo, il driver della sua professionalità nel settore dell’hospitality: “In futuro le agenzie di viaggio non ti chiederanno più in che posto andare, ma quale parte di te vuoi curare”.

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